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Ambiti di ricerca

La demografia storica fa normale uso dei registri parrocchiali in quanto essi forniscono una solida base per la misurazione statistica del comportamento demografico. In particolare la tecnica della ‹ricostruzione delle famiglie› si basa sulla raccolta dettagliata dei dati demografici, relativi a ciascun individuo, desunti dai registri di battesimo, matrimonio e sepoltura di una parrocchia o di un gruppo di parrocchie. Un individuo viene seguito a partire dalla sua nascita fino alla data del matrimonio e poi al battesimo dei suoi figli e infine alla sua morte; la somma dei modelli individuali fornisce così l’andamento demografico globale di una comunità.

Gli elenchi battesimali da soli presentano lo svantaggio di non fornire alcuna notizia su notevoli frazioni di popolazione, ad esempio quella femminile adulta e soprattutto anziana, ma consentono d’altro canto di individuare anche quegli strati o quei gruppi sociali che per varie ragioni, ad esempio perché forestieri, o esenti, sfuggono alle rilevazioni fiscali.

Nel caso di Pisa come di molte altre città, i battesimi non venivano impartiti nelle singole parrocchie, ma esclusivamente presso il Battistero o il Duomo. Ciò garantisce da un lato l’uniformità delle registrazioni e dall’altro la compresenza di battezzati provenienti da tutta la vasta area soggetta, dal punto di vista ecclesiastico, alla Chiesa Matrice cittadina.

È bene precisare, comunque, che questo archivio si riferisce sempre non ai nati o agli abitanti, bensì ai battezzati.

I principali ambiti della ricerca, tutti sviluppabili in termini diacronici, sono:

  • rapporto fra città e campagna
  • struttura della famiglia
  • professioni
  • la presenza di forestieri
  • la presenza di madrine e padrini

Il primo è quello del rapporto fra città e campagna: a Pisa, come si è detto si battezzavano i nati non solo della città, ma anche del contado per un’area che in certi casi giunge fino a sei chilometri circa dalle mura; accertato che gli elenchi comprendono tutti i nati di almeno una quindicina di comuni rurali, è possibile procedere ad un’analisi differenziata dell’andamento delle nascite nella città e nella campagna.

Il secondo tema è quello dello studio della struttura della famiglia: attraverso la ricostruzione della genealogia, scheletro preliminare di ogni storia della famiglia, è possibile ricostruire, anche per le famiglie minori e contadine, quei più vasti raggruppamenti familiari che tante altre fonti ci indicano come ancora assai solidali nella vita politica, sociale ed economica del tempo.

Il terzo tema è quello delle professioni: l’indicazione della professione (del padre, del nonno o di un avo) è in linea di massima solo un’indicazione anagrafica facilmente omessa quando vi siano altri migliori elementi di identificazione; tuttavia può essere indicativa delle attività economiche di una zona, o della mobilità o della continuità professionale.

Il quarto tema riguarda la presenza di forestieri: la storia di Pisa nel Quattrocento è caratterizzata da un gigantesca ondata immigratoria, costituita da famiglie che, poco radicate e spesso povere, non hanno lasciato traccia né nella documentazione fiscale, né in altri tipi di documenti (ad es. protocolli notarili); gli elenchi battesimali, tuttavia, ce ne rivelano la presenza e ci consentono di trovare l’immigrato in sempre nuove situazioni professionali, in nuove abitazioni, in nuove condizioni, fino a vederlo inserito nella cittadinanza, o con la scomparsa dell’indicazione della sua provenienza, o con la trasformazione in cognome del nome della località d’origine.

Il quinto tema è quello della presenza nelle registrazioni battesimali dei parenti spirituali, un dato che emerge in maniera sistematica a partire dagli anni trenta del XVI secolo. Attraverso la consultazione dell’archivio si possono trarre utili e molteplici informazioni relative ai padrini e alle madrine dei battezzati (generalità, professione, provenienza...).

Oltre a questi cinque temi di indagine se ne possono indicare altri, come quello della formazione del cognome; infatti ad ogni passaggio di generazione si può assistere al trasformarsi, a volte lento e a volte repentino, di un soprannome o di un nome di un avo o di un bisavolo, in un cognome. Altri campi d’interesse sono poi quello delle modalità di somministrazione del sacramento; quello della presenza degli schiavi e dei figli di schiavi, del loro commercio e dei loro movimenti attraverso una città portuale, nonché quello relativo ai nati prematuri, illegittimi, gemelli e battezzati adulti (ebrei).